(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Arthropoda Lar, 1904
Subphylum: CrustaceaBrünnich, 1772
Classe: Malacostraca Latreille, 1802
Ordine: Decapoda Latreille, 1802
Famiglia: Varunidae H. Milne-Edwards, 1853
Genere: Eriocheir De Haan, 1835
Descrizione
Una caratteristica che lo identifica è che parte delle sue chele sono ricoperte da una specie di "pelliccia" (meno appariscente nelle femmine e negli esemplari giovani). Il carapace è lungo fino a 9x8 centimetri[6], senza differenze di dimensione tra i sessi. La sua larghezza totale (comprese le zampe) può raggiungere i 30 cm. Le pinze anteriori, che sono più robuste nei maschi, hanno quattro grandi punte arrotondate che gli consentono di afferrare o sminuzzare le prede o il cibo. Le quattro paia di zampe sono lunghe e appiattite, foderate di pelo. L'adulto pesa dai 70 ai 200 grammi (anche eccezionalmente 400g). Il carapace è di colore variabile, generalmente brunastro, bordato di verde o marrone con una marezzatura scura e olivastra. I maschi hanno un addome a forma di V, mentre le femmine hanno un addome a forma di U. La durata di vita dei granchi cinesi sembra molto variabile (da 1-2 anni a 3-5 anni, a seconda delle regioni studiate). I fattori coinvolti sarebbero la temperatura e la qualità dell'acqua, la salinità e forse altri fattori che potrebbero essere ancora scarsamente identificati. I granchi cinesi trascorrono gran parte della loro esistenza in acqua dolce, ma devono tornare in mare per riprodursi, non esitando a percorrere fino a 2500 km per la loro migrazione. Al momento della maturità sessuale, che raggiunge dopo 2-3 anni, maschi e femmine combattono e poi si accoppiano. I maschi riconoscono le femmine mature grazie ai feromoni che non vengono più emessi una volta assicurata la fecondazione. Dopo l'accoppiamento, le femmine che hanno ovulato, migrano in acqua salata dove verranno fecondate e dove deporranno le uova dopo almeno 24 ore. Al momento della deposizione, agglomerano le uova fecondate e producono una sostanza collosa che permette alle uova di aderire ad una parte fibrosa dell'addome della femmina, che si prenderà così cura di loro durante l'inverno, spostandosi in acque profonde. L'uovo è dapprima blu-viola e poi scolorisce quando l'embrione sostituisce il tuorlo. Una femmina può trasportare da 250 000 a 900 000 uova. La gestazione dura circa quattro mesi. Dopo la schiusa, la femmina conserva a lungo frammenti di involucri di uova saldamente attaccati ai peli dei pleopodi. Sebbene alcune femmine si riproducono senza morire, la maggior parte di esse (e anche dei maschi) muoiono rapidamente dopo la riproduzione o non ritornano mai più in acqua dolce. Le uova si schiudono e rilasciano una zoea, che non ha alcuna somiglianza con un granchio adulto: ha una lunga spina dorsale, una spina rostrale e 2 spine laterali. Ai lati della zoea si sviluppano piccole appendici, che si ritiene svolgano un ruolo nell'alimentazione. In questa fase, la larva trascorre da 1 a 3 mesi in acqua salmastra, quindi raggiunge istintivamente zone meno salate. Dopo cinque mute, le zoee raggiungono lo stadio megalopico, e dopo una nuova muta si trasformano in un giovane granchio di 3 mm circa (che anatomicamente corrisponde ad un adulto in miniatura). Dopo diverse altre mute, quest'ultimo sarà in grado di resistere all'acqua dolce; migrerà a monte dei fiumi in primavera (aprile/maggio) e crescerà in acqua dolce per una durata fino a due anni. Le megalopa possono probabilmente coprire grandi distanze in mare e nelle foci dei fiumi, sfruttando il flusso e riflusso delle maree, rimanendo fissate al fondo durante il riflusso e poi utilizzando il flusso per risalire verso le sorgenti.
Diffusione
Il suo areale naturale è costituito dai fiumi costieri temperati e dalle coste dell'Asia orientale, dalla penisola coreana a nord alla provincia cinese del Fujian a sud, lungo il Mar Giallo passando per il Giappone. Ma è stato introdotto anche in altre parti del mondo sulle coste e in alcuni fiumi dell'Europa settentrionale e orientale e degli Stati Uniti, dove può diventare (almeno localmente) invasivo. Secondo il naturalista Paul Vivier, non fu tanto via mare quanto attraverso fiumi e canali che l'Eriocheir sinensis molto rapidamente colonizzò nuovi habitat terrestri in Europa, dove la sua prima identificazione risale al 26 settembre 1912 nell'Aller, un affluente del Weser. Già durante la prima guerra mondiale si incontrava regolarmente nel basso corso dell'Elba. A partire dai bacini di questi due fiumi (Elba e Weser), si sarebbe diffuso nel resto del continente, passando nell'Ems, e nel 1932 nell'Oder più a est e nel Reno a ovest. Viene poi ritrovato in tutti i fiumi costieri della Germania settentrionale fino a Königsberg e in tutti i canali dei Paesi Bassi, oltre che in Belgio, da dove raggiunge negli anni 1930-36 la costa francese del Mare del Nord. È stato introdotto al di fuori del suo areale naturale: ha quindi una fase di espansione in Europa a metà del XX secolo, nella quale si spinge almeno fino al Portogallo, da allora, sembra essere fortemente regredito. Come il gambero di fiume, è una specie dalle abitudini piuttosto troglodite, ma che può nascondersi anche nelle piante acquatiche o nelle sabbie e la ghiaia. Scava gallerie nelle sponde limose, profonde fino a 80 cm, che terminano in una "camera".
Bibliografia
–Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
–Bricteux-Gregoire, S., Duchåteau-Bosson, G., Jeuniaux, C., & Florkin, M. (1962) Constituants osmotiquement actifs des muscles du crabe chinois Eriocheir sinensis, adapté à l'eau douce ou à l'eau de mer. Archives Of Physiology And Biochemistry, 70(2), 273-286.
–Jeuniaux, C., & Florkin, M. (1961). Modification de l’excretion azotée du crabe chinois au cours de l’adaptation osmotique. Archives internationales de physiologie et de biochimie, 69(3), 385.
–Cabral HN & Costa MJ (1999) On the occurrence of the Chinese mitten crab Eriocheir sinensis in Portugal (Decapoda, Brachyura). Crustaceana, 72(1), 55-58.
–Vigneux, E. (1997). Les introductions de crustacés décapodes d'eau douce en France. Peut-on parler de gestion ?. Bulletin français de la pêche et de la pisciculture, (344-345), 357-370 (résumé).
–(FR) P. Noël e Breton, G., Eriocheir sinensis H. Milne Edwards, 1853 - Crabe chinois (Le), Crabe chinois à mitaines (Le), Crabe poilu de Shangai (Le), su Inventaire National du Patrimoine Naturel.
–(EN) Chinese Mitten Crab Life History, su delta.dfg.ca.gov, Dept. of fish and game.
–2003. "Eriocheir Sinensis (Milne Edwards, 1853)" (ligne).
–Gollasch S (2006) "Eriocheir Sinensis (Crustacean)" (En ligne Archiviato il 13 marzo 2016 in Internet Archive.)
–Vivier P (1938) Un nouvel hôte indésirable de nos eaux douces: le crabe chinois (Eriocheir sinensis H.-M. Edw.). Bulletin Français de Pisciculture, (115), 65-80.
–(EN) Andrew N. Cohen e James T. Carlton, Transoceanic Transport Mechanisms: Introduction of the Chinese Mitten Crab, Eriocheir sinensis, to California, in Pacific Science, 1997-01. URL consultato il 7 gennaio 2022.
– (FR) Hoestland H., Nouvelles recherches sur l'installation du crabe chinois en France depuis 1940 (PDF), in Bulletin Français de Pisciculture, vol. 126, 1942, p. 20.
–Herborg, L., M. Bentley, A. Clare e K. Last, Mating Behaviour and Chemical Communication in the Invasive Chinese Mitten Crab Eriocheir sinensis (PDF), in Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, vol. 329, 2006, pp. 1-10.
–Rainbow, P., R. Roni e P. Clark., Alien invaders: Chinese mitten crabs in the Thames and spreading, in Biologist, vol. 50, n. 5, 2003, pp. 227-230.
–Eriocheir sinensis (Chinese mitten crab), su wdfw.wa.gov, Washington Department of Fish and Wildlife. URL consultato il 7 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2016).
–(EN) Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M., 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database (PDF), su issg.org, The Invasive Species Specialist Group (ISSG), a specialist group of the Species Survival Commission (SSC) of the World Conservation Union (IUCN).
– (FR) Répartition actuelle du crabe chinois (Eriocheir sinensis H. Milne Edwards) en France (PDF) (abstract), in Bulletin français de pisciculture, vol. 194, 1959, pp. 5-14.
–List of Invasive Alien Species of Union concern - Environment - European Commission, su ec.europa.eu.
–RÈGLEMENT (UE) No 1143/2014 du parlement européen et du conseil du 22 octobre 2014 relatif à la prévention et à la gestion de l'introduction et de la propagation des espèces exotiques envahissantes, su eur-lex.europa.eu.
–(FR) Vivier P., Un nouvel hôte indésirable de nos eaux douces : le crabe chinois (Eriocheir sinensis H.-M. Edw.), in Bull. Fr. Piscic., vol. 115, 1938, pp. 65-80.
–Leloup, E., Contributions à l’étude de la faune belge. VII. La propagation du crabe chinois en Belgique pendant l’année 1936, in Bull. Mus. Hist. Natur. Belg., vol. 13, 1937, pp. 1-7.
–(FR) Lestage, J. A., Nouvelles recherches sur l'extension du Crabe chinois (Eriocheir sinensis) en Belgique, in Annales de la Société royale zoologique Belgique, vol. 68, 1937, pp. 199-202.
–Leloup, E., Contributions à l’étude de la faune belge. xIII. La propagation du crabe chinois en Belgique pendant des années 1939-42, in Bull. Mus. Roy. Hist. nat. Belgique, vol. 19, 1943, pp. 1-4.
–(FR) André, M., L'envahissement du reseau hydrographique français par le crabe chinois (Eriocheir sinensis HM Edw.), in Revue scientifique, Revue rose, vol. 3264, 1947, pp. 33-38.
–(FR) Petit, G. e Mizoule, R., En douze ans le crabe Chinois n’a pu réussir son implantation dans les lagunes du Languedoc, in Vie Milieu, vol. 23, 1C, 1974, pp. 181-186.
|
Data: 30/11/1994
Emissione: I granchi Stato: Tanzania |
|---|
|
Data: 17/06/2021
Emissione: Vita marina - Granchi del mondo Stato: Marshall Islands Nota: Emesso in un foglietto di 6 v. diversi |
|---|

